- Sep 2018
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ripensare l’agenda delle priorità della politica pubblica nazional
Manca a questa visione la dimensione territoriale. Quella dimensione che fa strutturare un territorio economico. Un territorio che riesca a sfidare la città sul piano della presenza sui mercati internazionali e nella produzione della cultura. Si parla della necessità di ristrutturare il territorio nazionale a partire dalla configurazione di nuovi enti intermedi. Enti intermedi costituiti volontariamente da comuni e unioni di comuni accomunati da un progetto di sviluppo locale sostenibile. Questa è la scala alla quale il processo della sostenibilità può vincere perchè agita dal tessuto fine dei territori agricoli e economici in senso lato. Questa strada puo essere percorsa se si separa in maniera drastica la dimensione politica da quella tecnica che rappresenta il vero male dell'Italia. I territori si devono riappropriare di tutte le dimensioni del fare all'interno di un processo di programmazione dal basso che lanci diversi progetti che producano economia reale. L'unico livello alla quale essa può essere presente. In questo scenario la politica si occupa della visione il tecnico della sua realizzazione. Un consiglio dei sindaci da le linee guida per la programmazione locale e un'agenzia di sviluppo in forma di consorzio misto si occupa di progettazione e di gestione dell'attuazione della programmazione e dei processi di costruzione delle condizioni perchè l'economia reale possa realizzarsi. Naturalmente per il principio della sussidiarietà occorre gerarchizzare il territorio come gerarchici sono i problemi da risolvere e la scala dei servizi da offrire ai cittadini. In questo scenario le città metropolitane diventano i soggetti che coordinano, attraverso sempre le due dimensioni, tecnica e politica, la programmazione economica e il funzionamento del welfare di quello che protrebbe chiamarsi Ambito Ottimale di Programmazione che scardina (come fa il nuovo ente intermedio... i consorzi dei comuni citati ) le precedenti suddivisioni amministrative facendole divenire ambiti di programmazione reale proveniente dal basso. A gestire la nuova Area Metropolitana un consiglio dei rappresentanti dei Consorsi di Comuni al quale spetta l'orientamento programmatico del territorio in rispetto delle risorse percepite grazie alla progettualità dei territori e del welfare . L'agenzia di sviluppo della nuova area metropolitane ha il compito di coordinare l'attuazione della programmazione e del welfare sui suoi territori. Alla Regione rimane i compiti di individuazione delle grandi linee programmatiche regionali, mettendo a sistema le programmazioni locali, e sull abase di questo contrattare l'ottenimento delle risorse finanziarie ordinarie e comunitarie. Questa organizzazione permetterebbe altresi di individuare i nuovi ambiti di elezione delle rappresentanze politiche. Dai consorzi i deputati e dalle aree metropolitane e Regioni il senato delle Autonomie che in questo modo avrebbero piu senso perchè permetterebbero di riconnettere la rappresentanza politica con il territorio. Da questa proposta emerge quindi la necessità di valorizzare il territorio locale come principale elemento per riavviare quell'economia che sta sempre piu dematerializzandosi per affermare il valore dell'economia reale: agricola, manifatturiera locale, turistica....
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- Aug 2018
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da una parte ci sono le istituzioni, dall’altra le famiglie e le imprese
la PA consapevole dell'incapacità di svolgere appieno e nel modo piu professionale possibile il suo compito si trincera dietro la burocrazia.... la soluzione è nell'e-governement nel rendere trasparente il processo di disbrigo delle pratiche... una sorta di tracciamento commentato e intelligente della pratica....
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